Titolo di giornale :
“L’OPA contro il PD ha fatto male a 5s e Terzo Polo “
Un qualsiasi lettore, per comprendere quanto, secondo quel giornale ( genericamente ritenuto vicino al Centrosinistra ), abbia dichiarato l’attuale Segretario del PD Letta, dovrebbe conoscere, almeno, il significato del termine “OPA” ( Offerta Pubblica di Acquisto ).
Molto più rilevante, tuttavia, che, per analizzare una situazione politica, si utilizzi una terminologia presa dal gergo finanziario della Borsa.
Chiunque sia l’autore del titolo di giornale, e ammesso che il Segretario del PD si sia espresso effettivamente in questo modo, il segno, chiaro, è che per raccontare un avvenimento politico – le elezioni regionali di Lombardia e Lazio – si sia scelto, più o meno consciamente, tanto di escludere dalla comprensione tutti coloro i quali non conoscano il senso ed i meccanismi legati ad una Offerta Pubblica di Acquisto, quanto di traslare sugli avvenimenti della politica un linguaggio specialistico, mutuato da un ben preciso ambiente – quello della Finanza e del mercato azionario – connotando così il commento politico al pronunciamento popolare, come se questo fosse una pura operazione di compravendita, sia pure non andata a buon fine.
Questo messaggio, per essere comprensibile a tutti, dovrebbe suonare più o meno così:
“ Le formazioni politiche del Terzo Polo e del Movimento 5 Stelle hanno partecipato alle Elezioni Regionali di Lazio e Lombardia, con l’unico scopo di acquisire voti dal Partito Democratico, giudicato in declino: tale manovra non ha riscosso il successo sperato“.
Questo viene considerato, dal titolista del giornale, oltre che dal Segretario del PD Letta, il dato più rilevante rispetto all’esito della consultazione elettorale.
Non sono espresse considerazioni, in forma prioritaria, riguardanti il dato abnorme dell’astensionismo ( d’altra parte in passato il PD ha vinto numerose elezioni locali, oltre che suppletive al Parlamento, con dati di partecipazione simili a questo, senza per tale esito scandalizzarsi, ma anzi esaltando il risultato comunque sancito dalle urne ); né viene dato rilievo immediato, ad esempio, a temi concreti riguardanti i territori in cui si è svolta la consultazione elettorale; e neppure sembra esservi una lettura che metta in relazione il voto, con i grandi temi di contesto ( situazione politica nazionale ed internazionale; guerra; pandemia; inflazione etc… ).
Chi scrive, e chi parla sembrano avere un unico interlocutore, cui sono interessati a rivolgere il loro messaggio: un generico “mondo politico”, cui era importante dare il segnale della sopravvivenza di un ceto politico, nonostante tutto; e questa comunicazione viene fornita con un linguaggio specialistico, per iniziati, che definisce però una precisa subordinazione culturale al mondo economico degli scambi di pacchetti azionari nel mercato finanziario. La scelta di questo specifico tipo di metafora, definisce il carattere del pensiero che dietro di essa si cela: la competizione elettorale è esattamente eguale alla competizione sul mercato. Vale la pena di esplicitare, che, nel mercato, lo scambio avviene attraverso valori monetari. Lo strumento di scambio è il denaro, e, chi alla fine dello scambio avrà guadagnato più denaro, sarà risultato vincitore. La scelta degli elettori è moneta. In fondo, attraverso moneta può essere acquistata, per esempio con provvedimenti che consentano alla generalità dei cittadini, o a specifiche categorie, un miglioramento della propria condizione economica, e il suo senso ultimo è che la decisione dell’elettore, è, appunto, scambiabile con valori che hanno un mercato.
Non è solo un cambio di prospettiva; si direbbe proprio un cambio di paradigma. Vale a dire che, qualcosa che sino ad oggi è stato concepito ed interpretato come una lotta tra idee e valori diversi , magari anche sul piano morale, che si contendono il consenso dei cittadini elettori e delle cittadine elettrici, diventa una pura funzione ancillare, servile, del Mercato, che tutto ingloba, e che tutto piega alle proprie regole.
Nulla meglio di questa deriva, definisce la invincibile tristezza che, da anni, affligge, ma anche procura, il Centrosinistra.
Questo ceto politico appare incapace di gioia, di condivisione, di passione. Non trasmette una idea di società futura, per la quale valga la pena battersi, probabilmente perché non la possiede, o meglio; l’unica idea che trasmette è che non ci sia nulla, oltre astratte e asettiche regole di mercato che, però, in realtà, non hanno nulla di astratto ed asettico: nel mercato ci si sta per vendere e acquistare qualcosa, sè stessi compresi; con l’unico obiettivo di conseguire un profitto.
Si comprende allora il buon gioco di qualsiasi destra, più o meno estrema. Basta ignorare le bronzee leggi del Mercato, che certo non si mettono in discussione, e centrare tutto il discorso pubblico sulla ricerca di capri espiatori per ogni problema e di soluzioni parziali, semplicistiche e veloci, per problemi concreti le cui cause spesso, sono così lontane da essere irraggiungibili.
La colpa della guerra, ad esempio, è degli ucraini che non si arrendono; dal loro ambiguo ed iniquo comportamento discende l’inflazione che subiamo oggi, e per la quale comunque, come Governo, obblighiamo i gestori delle stazioni di rifornimento, ad esporre il prezzo medio della benzina in Italia, in modo che il cittadino riconosca se qualcuno sta speculando.
Questo, ha raccontato Berlusconi domenica mattina, ad urne aperte, ripreso da tutti i mezzi di comunicazione, nazionali ed internazionali.
( Quanto abbia spostato in termini elettorali, non so dire; ma a me pare abbia fatto il suo mestiere, innanzi tutto: motivare i suoi ).
La presunzione arrogante della Sinistra, si permette invece, regolarmente, di ignorare del tutto, il peso e la capacità di Berlusconi di comunicare messaggi chiari che immediatamente intervengono sulla esperienza concreta delle persone. Si tratta di manipolazione e di marketing, non di stupidità del personaggio che ci ha abituato, negli anni alle sue “stranezze”. Egli manifesta invece una capacità di cogliere, in modo assolutamente flessibile e pragmatico, anche nervi scoperti delle contraddizioni della Sinistra e del Centrosinistra, usando le loro parole e le loro categorie di linguaggio per mutarne, dall’interno, il senso e la finalità, mentre già sa che i suoi avversari politici non hanno neanche più le parole per definire le proprie opzioni strategiche. Basti pensare alla torsione che in questi ultimi trenta anni è stata data alla parola “ Libertà”.
Egli ha, incontrastato, una egemonia culturale.
E quanto sono tristi, il Centrosinistra, e la Sinistra impegnati a definire, tra loro, “chi comanda”. Unica questione che pare interessarli e appassionarli. Anche mentre tante persone, militanti, ed elettori, ogni giorno si interrogano, e cercano di dare dignità e corpo ad idee politiche che sembrano sempre più incapaci di comunicare qualcosa.
Io sono un semplice cittadino, elettore di Sinistra e/o di Centrosinistra, e non conto nulla.
Nel 2020, dopo che Elly Schlein si era candidata alla Regione Emilia Romagna, in una lista elettorale diversa, da quella del PD, io scrissi una mail al suo comitato di sostegno, chiedendo di essere informato delle sue scelte future, e manifestando la mia disponibilità a collaborare ad una azione collettiva. Pensavo che lei avrebbe potuto essere un soggetto politico capace di esprimere una nuova idea di Sinistra nel nostro Paese, che andasse oltre le memorie del passato, e anche oltre l’esperienza politica del PDS prima e del PD poi.
Forse perché si era conclusa una fase elettorale, o forse perché il suo comitato di sostegno, subito dopo le elezioni in Emilia Romagna avrebbe riconvertito il suo impegno nella quotidiana gestione della attività amministrativa, io non ho mai ricevuto risposta, a quella mail che mandai allora.
Una risposta invece, l’ho ricevuta due anni dopo, nel 2022, quando sono stato contattato dal comitato di sostegno di Elly Schlein alla sua candidatura a Segretaria del Partito Democratico. Il mio indirizzo mail era loro noto, e improvvisamente, poteva tornare loro utile.
Io ho una certa età, e anche una certa esperienza di come funziona la politica, concretamente.
Perciò non posso togliermi di dosso la sensazione, assai disturbante che, per l’ennesima volta, rispetto all’ennesima personalità che vorrebbe essere “nuova” ed esprimere un “nuovo” modo di far politica, la questione sia sempre la stessa.
Io sono utile, se si debba sostenere una candidatura a qualsiasi cosa. Altrimenti, la mia partecipazione, all’elaborazione, al dibattito, alle scelte da assumere, è totalmente superflua. Anzi, io non esisto proprio.
Sono concesse alla persona tutte le attenuanti del caso. E, di certo, la mia personale esperienza, per quanto indicativa, non è certo una verità universale.
Ma, anche in questo caso, misuro una assenza di generosità; di disponibilità, di disciplina, persino, nel lavoro politico; di rigore e di rispetto.
Io, invece, da anni, ad esempio, ricevo una informativa, via mail, del lavoro che svolge al livello del Parlamento Europeo, oltre che delle sue opinioni, dall’onorevole Giuliano Pisapia, ex sindaco di Milano.
Non mi sono mai permesso di inviargli mie idee o proposte. Magari perché ho un poco di senso della misura e può darsi che quello che penso non abbia poi un così grande rilievo. Ma, se oggi, Giuliano Pisapia, decidesse di provare a costruire una esperienza politica, capace ad esempio di superare le mille e patetiche divisioni della Sinistra, per sperimentare un percorso comune che, ad ogni livello, modifichi la pratica politica corrente e deprimente e si ponga l’obiettivo di dare nuovo senso ad un vocabolario di Sinistra e nuova voce protagonista alle donne e agli uomini frantumati da una società del precariato che mortifica, ogni istante, gli sforzi delle persone, la loro onestà, il loro studio e la loro concreta vita quotidiana in città sempre meno amiche, e sempre più trasformate in puri scenari, talvolta drammaticamente degradati ma sorvegliati da telecamere, io darei la mia disponibilità ed il mio lavoro gratuito.
Perchè la sua concreta pratica politica mi ha dimostrato che, nel momento in cui io non gli servo a nulla, lui non rinuncia ad informarmi.
Io, sono stanco, che la mia parte politica sia triste, e che faccia di tutto per rendere triste me.