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V Giornata di Andata

Ott 31, 2022 | Istantanee

V Giornata – 30 ottobre 2022

  • Apristolatte – Sanpistonese 0 – 0

  • Prestispenta – Perpendicolo 1 – 3
  • Coprezzolezzo – Gorgonzolana 2 – 0
  • Tumefattone – Tartufalba 2 – 2
  • Oinochetana – Borgofumante 4 – 1
  • Polpettese – Dinamo Paccuta 1 – 1
  • Bruschimonte – Spargillana 3 – 3

La quinta giornata di campionato, s’è giocata sotto un sole estivo che ha consentito alla cute dei giocatori di sintetizzare considerevoli quantità di benefica vitamina B12 e scottature sparse.

Siamo al 30 di ottobre, ma il clima è quello di un giugno bello abbrustolito. Al casello di L’Aquila Ovest infatti, s’era formata una coda di cammelli in uscita, e tutti fumavano una famosa sigaretta. Pare avessero sbagliato uscita, e pensavano di essere a Tangeri Sud. Capita, di questi tempi privi di sicuro orientamento. Volontari della Protezione Civile li hanno reistradati per il raccordo anulare di Marrakech, dove arriveranno, salvo miraggi, tra circa venticinque giorni. Il pedaggio, purtroppo, causa l’inflazione di questo mese, sarà un bagno di sangue.

Ancora una volta, l’equilibrio sembra essere il fattor comune delle varie partite, con ben quattro pareggi a segnalare che le squadre del nostro campionato aquilano, vogliono stare ben attente a non commettere passi falsi, e preferiscono magari accontentarsi di un punto oggi, piuttosto che di una gallina da buon brodo domani.

Apristolatte e Sanpistonese, addirittura, non si sono nemmeno offese l’un l’altra.

Entrambe reduci da due sconfitte casalinghe, hanno preferito coprirsi, nonostante il caldo. La formazione di casa, è scesa in campo, addirittura, indossando sotto il pantaloncino bianco della divisa sociale tutta bianca, come la famosa squadra di infermieri del Policlinico di Madrid, le Meringas, una paio di mutandoni di lana di alpaca pizzicante, che hanno costretto i calciatori a zompettare ininterrottamente per novanta minuti, per cercare di alleggerire la sensazione di ortica spalmata nelle parti intime, che la dotazione difensiva gli procurava.

D’altra parte, sembrava essere davvero necessario rafforzare le esigenze difensive, non potendo contare su tutto il proprio potenziale d’attacco, l’undici di casa, che doveva rinunciare, già in partenza, alla propria ala sinistra, Alceste Artotimido, fermato da una violentissima dissenteria che lo ha, incredibilmente colpito, dopo aver ingerito un piatto di riso in bianco durante la cena serale pre-partita.

Il vostro cronista invero, ha saputo che il piatto gli è stato servito dalla cameriera dell’hotel dove la squadra era in ritiro; una cameriera assunta con voucher falsi, solo per quella sera e che somigliava moltissimo, secondo voci accreditate, all’ultima amante di Berardone Artotimido, suo fratello gemello ancora ristretto in ospedale a seguito di un vile attentato, di cui era stato vittima la scorsa settimana. Lucrezia Borgata, questo il nome della donna, è una famosa ricercatrice di erbe amazzoniche, ora ricercata, dalle quali estrae succhi ed umori per esperimenti talvolta al confine dell’etica ippocratea. Si dice che, ultimamente, sia stata impegnata in studi dedicati alla rarissima guttalacea officinalis, le cui potentissime proprietà evacuanti, stanno per essere testate nello spurgo delle fogne di Calcutta.

E’ più che una ipotesi, che l’improvvisa debolezza sfinterica del povero Alceste, sia colpa di Voisapetechi.

La Sanpistonese, dal canto suo, nelle interviste post partita rilasciate dal suo mister, il ruspante Serse Cosmico, ha dichiarato di sentirsi sostanzialmente soddisfatta della gara disputata; del gioco ordinato e attento, e della compattezza espressa dal collettivo, che ha così limpidamente dimostrato i teoremi di geometria non euclidea, sui quali si basa il gioco che, quest’anno, la Sanpistonese sta proficuamente esprimendo in ogni occasione, con olimpica calma e applicazione.

Certo, ha aggiunto il mister, se quel malerato del guardialinee, al novantesimo, non avesse fermato per un fuorigioco totalmente inventato e retribuito senza fattura, come d’uso, Maddaleno Fuorviante, Dentuto Verdesca e Gianpirro Riscaldato, il trio d’attacco sanpistonante che si avviava a scambogiare la porta avversaria, il risultato sarebbe stato n’anticchia più credibile.

Roboante il pareggio per tre a tre, tra Bruschimonte e Spargillana.

Eravamo ad assistere fisicamente, a questa partita, dopo esser tornati la persona negativa che siamo sempre stati, secondo il tampone otogastrofaringonasale, praticato da una nerboruta infermiera del San Salvatore nonostanteildirettore, e ci siamo davvero stupiti dell’andamento della gara.

Il primo tempo del Bruschimonte, giocato, come di consueto, in salita, è stato assolutamente strepitoso. La squadra di casa, in dieci uomini già dal secondo minuto del primo tempo, quando il proprio capitano Gentilino, scrafazzava con una testata inopinata, il naso dell’attaccante spargillano Pasquale Sanguigno, diventato per l’occasione copiosamente sanguinante, venendo così espulso per roja directa, riusciva tuttavia a infornare un croccante gioco in salita, mettendo in cordata il proprio fantasista di centrocampo, dispensiere di assists, Teseo Lanzatauro con il trio d’attacco formato da Brufemio Villani, Artemio Lucidaponti e Raparello Ombreggiante autori ciascuno di un gol nella porta di Tremellon che pareva vagamente esausto, nonostante non si sia mosso mai, nemmeno per battere i calci di rinvio, dalla propria linea di porta.

La ripresa, che il Bruschimonte avrebbe dovuto giocare in discesa, si annunciava tranquilla, per la squadra di casa, cui sarebbe bastato gestire il rotondo vantaggio conseguito nei primi 45 minuti.

Ma non avevamo fatto i conti con le infinite risorse di mister Teodoro Lopiede.

L’allenatore spargillano, ha fatto indossare alla sua squadra scarpette da calcio in cuoio abbufagnato del 1950, dotate di ramponi chiodati ad uncino per la scalata del ghiacciaio del Caldarrosto, sulla parete nord del Galaverno, già collaudati dal noto scalatore, il paganichese Reinaldo Messinpiega, l’unica volta che il Galaverno sia stato violato, esattamente settanta anni prima, nel 1952, in gennaio, per la precisione, e in notturna senza candele.

Con questa dotazione, in verità ai limiti del regolamento, per gli evidenti rischi di tacchettata affettante che potevano comportare entrate tonitruanti, la Spargillana risaliva il campo senza soverchie difficoltà e imbaccocava la difesa bruschimontante che, in due occasioni, si faceva turplinare, addirittura dai difensori spargillanuti. Il primo gol, lo siglava il libero su cauzione, il colombiano Ascanso Labotte, con un perentorio colpo di testa su azione di calcio d’angolo; il secondo gol, invece, era frutto di una vera invenzione dello stopper Mario Intessuto che, dal vertice destro dell’area di rigore bruschimontante, lasciava partire un diagonale che scheggiava la base del palo difeso da Enzo Ciollon che, nel tentativo di salvare, andava a intorcinarsi sul palo alla propria destra, mentre la sfera entrava beffarda in porta, e doveva essere sostituito dal portiere di riserva Pompelmo Giraffo, cui bisogna, di fatto, attribuire la paternità del terzo gol della Spargillana, che giungeva così al pareggio , dopo che Giraffo, incomprensibilmente, in fase di calcio di rinvio, dalla lunetta al limite della propria area di rigore, forse, mal interpretando un fischio proveniente dal pubblico, si girava verso la propria porta calciando al volo giusto nel sette, e mettendosi poi ad esultare, pensando forse che il tempo fosse scaduto e il Bruschimonte avesse riportato la prima vittoria del campionato. Ma la sua illusione è durata giusto il tempo che l’arbitro si riprendesse da una risata omerica durata otto minuti e mezzo, ed indicasse il cerchio di centrocampo per la ripresa del gioco.

Il vostro cronista ha potuto constatare come, una parte della curva dei tifosi bruschimontesi, abbia cercato di inculcare nel portiere di riserva, il concetto di “fine della partita dopo i tre fischi finali dell’arbitro”, attraverso rudimentali supporti didattici ricavati dalle seggiole in legno di faggio, estratte vive dalla tribuna centrale numerata e ansiose di massaggiare la cervice del povero Giraffo, che da parte sua, si dimostrava parecchio refrattario all’insegnamento, facendo perdere le sue tracce nell’adiacente bosco di Machemonte Quercioso.

D’altra parte, abbiamo potuto constatare che anche il portiere spargillanante, l’ormai recidivo Tremellon, sia stato redarguito cortesemente per la sua condotta di gioco, e cosparso di melassa e piume di pollo immalinconito perché denudato proprio alla vigilia della stagione fredda.

Si chiudeva in parità anche il quasi derby tra Tumefattone e Tartufalba – paesini separati tra loro dal solo Polibio, un fiumiciattolo peraltro in secca da otto mesi – caratterizzato da ben quattro calci di rigore – due per parte – assegnati dall’arbitro, signor Calcagno Prorasato.

I primi tre, assolutamente evidenti ed incontestabili, visti i fallacci commessi in area: nel primo tempo, al decimo, dal difensore tumefatto Scarso Praticante che abbracciava proprio all’altezza del dischetto del rigore, il numero dieci tartufalbato, Mancinante, che si incaricava poi di realizzare, portando in vantaggio la squadra ospite; al ventesimo, il pareggio del Tumefattone, ad opera della mezzala sinistra Orazio Malgrazio che trasformava la massima punizione, assegnata per un plateale sgambetto da dietro, che il difensore Seppia, poi solo ammonito, rifilava, per sventare un prodigioso contropiede, al malcapitato centravanti tumefatto Cambogio Livido, che usciva dal campo in barella, con le gambe tutte aggrovigliate.

Ad inizio ripresa, il signor Prorasato, assegnava il terzo calcio di rigore, ancora in favore del Tumefattone, per una loggionale trattenuta in area di rigore, da parte, ancora, del difensore Seppia, stavolta giustamente espulso, ai danni dell’appena entrato a centrocampo Teresio Rupestre, che, in occasione di una mischia in area tartufalbante, stava per correggere in porta una svirgolata dell’ala tumefatta, Tirinto Abrasione. Malgrazio stavolta, con un audacissimo cucchiaio, portava in vantaggio la squadra di casa in un tripudio di bandiere rossogrigie.

Il quarto calcio di rigore, invero, è stato visto solo dal V.A.R. signor Liborio Pitale, che, di professione, ristruttura abbaini. Persino l’arbitro, è stato colto di sorpresa, visto che l’azione si stava svolgendo a centrocampo, ma il V.A.R. è stato irremovibile come un tetto in tegole canadesi ferrose, segnalando che il libero tumefattese, Obeso Geronto aveva intenzionalmente, lontano dal gioco, effettuato una carica, tipo rinoceronte imbufalito, su Marrucio Funghetto, reo, pare,  di essersi diffusamente e pubblicamente  profuso sulle arti amatorie, universalmente note a suo dire, della sorella del difensore tumefattista. Per la Tartufalba, nonostante le vibranti proteste dell’intero stadio, siglava il pareggio, ancora Mancinante.

Va detto che l’equipe medica del Tumefattone stavolta, aveva optato, al fine di potenziare la prestazione della formazione che ancora non riesce a spiccare il volo, rimanendo a centro classifica con 5 punti alla quinta giornata, per una dieta neandarthaliana radicale a base di carne di uro mongolico, somministrata in dosi parossistiche a colazione, pranzo e cena, col risultato di provocare una inattesa crescita sopracciliare tale da aver precluso, per buona parte dell’incontro, ogni visuale all’undici tumefattante, che ha accolto perciò il fischio finale con una danza tribale liberatoria, piuttosto disordinata e rumorosa, conclusasi con un collettivo spidocchiamento rituale e l’affrescamento della volta della vicina grotta di Altapera.

L’ultimo pareggio della giornata, è stato quello tra Polpettese e Dinamo Paccuta, che, con questo risultato, proprio come il Tumefattone, sono le squadre che occupano il centro classifica a cinque punti.

La squadra di casa non riesce a raggiungere la vittoria che le avrebbe consentito di rialzarsi dopo la sconfitta della scorsa giornata, ma deve ritenersi fortunata per questo pareggio, ottenuto in modo del tutto inaspettato, al termine di un incontro dominato dalla formazione ospite, che, per quasi ottanta minuti ha costretto la squadra di mister Sbrigone, solo a difendersi.

La Dinamo Paccuta si è presentata allo stadio della Polpettese, con un nutrito seguito di tifosi sovrappeso, guidati dal parroco del paese don Cornucopio Pistello che, per l’occasione, ha richiamato in servizio tutti i suoi chierichetti degli ultimi dieci anni, convincendoli, a suon di coppini, a marciare in processione fino alla curva degli ospiti, innalzando le bandiere viola penitenza e nero luttuoso dei colori sociali paccuti, e agitando, a puro scopo ammonitivo una quantità notevole di vincastri in legno di quercia rinforzata, a significare, liturgicamente, la indefettibile volontà del pastore a guidare il suo gregge, anche se, a malincuore, dovesse essere costretto a farlo, a mazzate.

Sostenuta dal tifo celestiale dei suoi supporters, la Dinamo Paccuta è andata immediatamente in vantaggio con un tracciante a mezz’aria della sua ala destra Remigio Buzzurro che ha fagianato l’estremo difensore di casa Gustavo Senzafiltro, e si è poi scatenata in una continua, quanto inane, ricerca del raddoppio lungo tutto l’arco dell’incontro, caratterizzato da continue occasioni da rete, oltre che da splendide parate di Senzafiltro che, dopo il gol subito, non si è più fatto cogliere impreparato.

Quando già dagli spalti i tifosi paccuti cantavano una versione ruspante del “Laudamus te” di Vivaldi, all’ottantanovesimo della ripresa la mezzala polpepettata Remigio da Melagine, con un disperato tentativo dalla trequarti paccuta, tirava un pallonetto altisonante, entrato nello schermo radar di un aereo di linea che, in quel momento transitava sulla verticale del terreno di gioco, e che finiva poi alle spalle di un tramortito Turoldo Biliare portiere veterano della formazione paccutissima.

Il vostro cronista può riferirvi, per averlo visto in diretta su piattaforma Mooz, durante la videotelefonoradio cronaca di Gerbillo Pippoli, che al termine dell’incontro, Don Cornucopio ha proclamato, ex cathedra, tre settimane di Quaresima straordinaria per tutto il paese, al fine di renderlo più degno della vittoria, agli occhi del Signore del Campionato.

Unica vittoria fuori casa, quella del Perpendicolo, che si conferma seconda forza in solitaria del campionato, ad otto punti in classifica, sul campo di una Prestispenta in piena crisi di rigetto, e solitaria all’ultimo posto in classifica, con un solo punto raccolto nelle prime cinque giornate.

Una nota del presidentissimo Noveno Giaculatoria, appena rientrato da un meeting con la nipote del dittatore della Corea del Nord Kim Jong-Un, conferma la sua fiducia nell’allenatore Saccone Arrighetti, ma esorta la squadra tutta a ritrovare l’antico smalto, anche attraverso una giusta riduzione del salario, e l’istituzione di una corvee collettiva per tutti gli effettivi prestispenti, obbligati a partire da oggi lunedì, ad effettuare gratuitamente, a tempo indeterminato, tutti i servizi di giardinaggio nella villa del presidentissimo, recentemente edificata nel bel mezzo del Parco Velino Sirente, appena dichiarato zona edificabile dalla giunta regionale abruzzese.

Senza storia la partita, con un Perpendicolo in grandissimo spolvero, ed in doppio vantaggio già alla mezzora del primo tempo, grazie alla doppietta dell’attaccante Severo Epistassi, che, sempre su azione personale, flagellava la porta mal difesa, va detto, da Turibolo.

Ad inizio ripresa poi, il punteggio raggiungeva dimensioni non arginabili, grazie ad un perentorio colpo di testa del difensore perpendicolare Assalonne Stempiato che, valendosi di un cranio perfettamente levigato, con un magistrale colpo di tempia ad effetto, spiazzava, su cross seguente ad un calcio di punizione dalla mediana sinistra, per la terza volta uno spento Turibolo, in verità scarsamente difeso dai centrali Romeo Fetecchia e Pierpiero Stringato, apparsi in debito di forma con i loro salvagenti vitali ballonzolanti anzichenò.

Un inutile gol della bandiera, lo siglava nel finale il centravanti prestispentano Tosco Armadio.

Eppure, il presidentissimo, stavolta aveva organizzato davvero un grande spettacolo sugli spalti, reclutando un intero plotone di prefiche salentine, l’intera band delle “Chiangimuerti Allergeniche” per essere precisi, inguainate in tute di latex nero e tacco dodici, col compito di celebrare la dipartita della squadra avversaria, e che invece sono rimaste percosse e attonite al nunzio dagli altoparlanti dello stadio, del termine dei novanta minuti regolamentari con una così netta sconfitta.

Le ultime due partite da raccontare, segnano le uniche due vittorie casalinghe della giornata; la prima, ad opera del Coprezzolezzo sulla Gorgonzolana: una partita chiusasi con un netto due a zero a favore della squadra di casa, che ha messo in cassaforte il risultato, addirittura nei primi dieci minuti del match, grazie alla doppietta realizzata da un Pulpìto Lindo, che, stavolta, non si è limitato all’ultimo passaggio, ma ha voluto, di persona, marcare le segnature, con due ubriacanti azioni in contropiede solitario, entrambe concluse insaccando a porta vuota, dopo aver irriso in uscita il portiere gorgonzolese Thomas Arturo, apparso comunque appesantito e scricchiolante, si dice per un colesterolo arrivato ormai alla soglia dei 380 ( secondo voci incontrollate che, comunque, violano la sacrosanta privacy dell’estremo difensore della squadra ospite ).

Il resto della partita ha visto il Coprezzolezzo fare accademia, gettando spesso, per perdere tempo, la palla oltre le mura dello stadio, dove, finendo preda delle corna ramate di resistentissime capre sahelian, capaci di sopravvivere anche nei deserti più aridi ed importate ormai da un decennio nei nostri lidi, senza bisogno di traversate in malfermi barconi , dai lungimiranti allevatori coprezzolezzanti, veniva regolarmente bucata, costringendo tutti ad attendere almeno una mezzora, ogni volta, per ricucirla, o per reperire una sfera di riserva.

La partita si è conclusa regolarmente, ma con le squadre esauste per l’attesa, dopo circa trecentosessanta minuti, recupero compreso.

L’ultima vittoria, ha visto la capolista solitaria, con nove punti, l’Oinochetana, fare, letteralmente, a tocchetti di afghano, il Borgofumante, con un quattro a uno che non ammette repliche.

E’ andato in rete l’intero reparto offensivo della capolista, con Spaccamonti ( doppietta ) e un gol a testa per Annibale Flussi e l’ala sinistra Gennaro Sanità, la rivelazione altoatesina dello scorso Campionato Primavera, mostrando un gioco arioso e tecnicamente biodinamico, che il mister Pastarella sintetizza, nelle sue raccomandazioni ai calciatori, sempre con un perentorio “ Taca la bala, como Dio comanda, sangre de quella tierra ! “.

Ininfluente il gol dell’uno a tre momentaneo, siglato dal centrocampista fumante, Trippitello Vernotico.

Al termine dell’incontro i tifosi Oinochetani si sono dati ad evoluzioni dionisiache, inseguendo disinibite fanciulle tra i costoni rocciosi del Mainalo, senza peraltro riuscire a raggiungerle, mercè le ingenti quantità di luppolo liquido ingerite durante l’incontro, che li costringevano a frequenti ed imperiose minzioni che ne hanno ritardato, in maniera decisiva, il passo.

Il vostro cronista sa che anelate conoscere gli ultimi sviluppi delle indagini relative al furto dei bozzetti delle figurine dell’album 2022-2023 di questo magnifico campionato circondariale aquilano, ma, per vostra sfortuna, ieri, a margine dell’incontro cui ha assistito, si è recato nel paesino di Canistro Infra Li Fossi, dove ha approfittato della Sagra della castagna rospetta, per ingurgitare sette-otto porzioni di salsiccione di cinghiale misto porco marronato, in salsa di ceci, funghi e tartufo bollente, che, accompagnate da una tinozza di vin santo sconsacrato, lo hanno un po’ piegato, ed ancora necessita di assoluto riposo, che intende farsi subito conciliare infilando nel videoregistratore la cassetta del cartone animato di Dumbo, nel punto in cui la mamma canta una ninna nanna all’elefantino volante.

Notte notte.

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